Cantando la Quaresima – IV domenica di Quaresima

Rubrica Liturgico Musicale

a cura di Davide Orofino

Proposte per la 4° domenica di Quaresima (anno A)

Canti di ingresso:

  1. Cantico d’Isaia  (Marco Frisina – Non di solo pane)

Il canto riprende il testo dell’antifona d’ingresso proposta dal Messale Romano:

Rallegrati, Gerusalemme,

e voi tutti che l’amate radunatevi.

Sfavillate di gioia con essa,

voi che eravate nel lutto. Così gioirete

e vi sazierete al seno delle sue consolazioni.

(Cf. Is 66,10-11)

Il ritornello, cantato dal coro, vuole essere un invito per la Città Santa e i suoi abitanti. 

il Signore ci invita a rallegrarci in lei e tutti coloro che hanno pianto con lei dovranno gioire in essa.

Il ritornello è caratterizzato da una melodia abbastanza semplice che può essere arricchita dall’esecuzione a quattro voci, soprattutto con il controcanto dei tenori.

Le strofe invece vengono cantate da un solista e ognuna di loro presenta un diverso messaggio: 

Nella prima strofa è Dio che ci parla dicendo che riempirà Gerusalemme di prosperità come un fiume in piena.

Nella seconda strofa notiamo le parole di un atteggiamento materno nei confronti degli abitanti di Gerusalemme. La consolazione materna è il simbolo più carnale dell’amore di Dio.

La terza strofa parla di un  grande raduno dove prenderanno parte ogni stirpe della terra a cui Dio mostrerà la sua gloria, lui li manderà tra le genti a portare il lieto annuncio. 

  1. Rallegrati Gerusalemme (Marco Frisina – Domeniche di Quaresima anno A)

Anche questo canto riprende il testo dell’antifona d’ingresso proposta.

Il testo di questo canto d’ingresso è la ripresa quasi letterale del salmo 121, nel quale siamo invitati a rallegrarci nel Signore. 

Il brano, largo e cantabile, ha una struttura che permette l’alternanza tra coro e assemblea. 

Il ritornello può essere eseguito a tre voci, con l’assemblea che canta Insieme ai soprani. 

Le strofe, leggermente irregolari, necessitano di essere imparate bene dal coro ed eseguite con slancio. 

Canti per la presentazione dei doni:

  1. Dio carità (Marco Frisina – Tu sei il Cristo)

San Giovanni nella sua Prima lettera definisce in modo semplice e forte chi è Dio: “Dio è amore” (1Gv 4,8.16).

Il canto è basato su una forma musicale molto antica: la forma innica, nella quale non troviamo la presenza di un ritornello ma di svariate strofe che si conseguono. 

Nella prima strofa, cantata dai Soprani, troviamo gli atteggiamenti caritatevoli di Dio nei confronti del suo popolo; un Dio provvidenziale e caritatevole, colui che ci dona ogni bene e sazia ogni vivente, in lui verremo ricolmati di gioia.

Nella seconda strofa, cantata dal coro, viene descritto il  dono più grande che Dio ci abbia mai potuto fare, Dio ci ha donato suo figlio e tra le sue braccia egli accolse ogni uomo donando per noi la sua stessa vita. 

Nella terza strofa, cantata dai tenori e arricchita con un controcanto dei contralti, la carità viene descritta come colei che svela al mondo il cuore di Cristo in cui noi ritroviamo perdono e rifugio, in lui troviamo conforto. 

La quarta strofa, cantata dal coro, la carità viene descritta come un’unione familiare attraverso il santo vincolo di grazia e noi, uniti in un solo corpo attraverso Cristo, raggiungeremo la comunione di pace. 

Dopo una breve modulazione il coro canta la quinta strofa rivolgendosi alla Trinità: 

al Padre amoroso, al Figlio Amato e allo Spirito Santo che è segno d’amore.

Il tutto culmina con un grande Amen finale. 

  1. Luce gentile (Giuseppe Liberto)

Il canto ha come simbolo centrale la luce, la prima cosa che vide il cieco dopo la sua guarigione. La luce è simbolo di speranza e guida. Essa ci conduce nel buio della notte, guida i nostri passi verso la redenzione.

Il canto ben si presta per il rito della presentazione dei doni non solo per via della sua forma musicale ma anche per il messaggio testuale che da esso ne trapela. 

La luce è offerta da Dio nei nostri confronti come guida verso il Ristoro, un sentiero sicuro su cui camminare e soprattutto meditare, meditare nella luce del Cristo che rivivremo nella veglia Pasquale attraverso l’accensione del Sacro Cero.

Per l’esecuzione si consiglia l’alternanza della polifonia corale con l’unisono con accompagnamento d’organo. senza nessun dubbio il canto funziona bene anche se cantato per intero ad una sola voce. 

Canti di comunione:

  1. Cristo Sorgente (Maurizio Lieggi – Tu Cristo sorgente)

La sete che ci spinge verso Dio, trova in Cristo la sorgente dalla quale attingere la vita nuova, mediante lo spirito santo e i sacramenti.

Il ritornello è ispirato dal testo del salmo 63 (62) mentre le strofe attingono dagli scritti di San Paolino di Nola che parlano di un invito a cercare l’eterno amore che sgorga dal cuore e inonda la nostra vita.

La melodia delle strofe esprime l’atto di fede in Cristo e il desiderio carico di gioia nell’adorarlo affinché quest’acqua sia linfa vitale attraverso di lui.

Le strofe vengono affidate a due solisti, soprano e contralto, che poi si uniranno in contrappunto sulla seconda parte della strofa.

Il ritornello, cantato dal coro, comincia omoritmicamente per poi sfociare in un contrappunto quasi a voler simulare una massa di persone che vogliono dissetare la propria anima in Cristo.

Il brano si conclude non con il ritornello ma bensì con una acclamazione conclusiva in cui rafforziamo la nostra sicurezza in Cristo affermando che con lui, la nostra anima, non avrà più sete. 

  1. Gustate e vedete (Marco Frisina – Pane di vita nuova)

Il salmo 33 è un testo tipico che esprime lo stupore e la gioia del credente che vede l’amore di Dio farsi dono di grazia nell’eucaristia.

Il canto è caratterizzato dalla forma ritornello – strofa. 

Il ritornello è cantato dal coro e procede in modo omoritmico. 

Le strofe vengono affidate ad un solista che sia capace di far comprendere in modo chiaro e preciso il testo di esse. 

Il brano si conclude con la ripresa del ritornello con una piccola variazione sul finale, quest’ultimo viene allargato per sottolineare la parola “temono”  non in senso negativo ma bensì per sottolineare quel timore di Dio, dono dello Spirito Santo, che ci è stato donato e che noi custodiremo in eterno. 

Canti di congedo:

  1. Sotto il tuo manto (Marco Frisina – Tu sarai profeta)

Il testo del brano è ispirato all’antifona mariana “ Sub tuum praesidium”. 

Quest’ultimo è uno dei testi più antichi della devozione cristiana verso la madre di Cristo.

Il canto comincia con un’introduzione organistica.

La prima strofa è cantata dalle donne, soprani e contralti, e segue il ritornello cantato dal coro.

La seconda strofa viene sempre cantata dalle donne.

A seguire troviamo una modulazione che sfocia nell’ultima strofa. 

La terza strofa si sviluppa in un contrappunto a coppie, soprani e contralti che dialogano con tenori e bassi, per sfociare nell’ultimo ritornello. 

  1. Ti seguirò (Marco Frisina – Benedici il Signore) 

Questo canto esprime uno dei più grandi messaggi della Quaresima;   seguire il Signore attraverso la sua strada, la sua strada d’amore di dolore ma soprattutto seguire la sua luce che ci guiderà nella via della Gioia.

Questo brano è caratterizzato da varie forme musicali: comincia con il ritornello omoritmico del coro a quattro voci per poi proseguire con la prima strofa eseguita da una singola sezione. La seconda strofa, invece, viene cantata da un solista col sottofondo del coro a bocca chiusa, quasi a voler rappresentare quel fruscio di voci che accompagnarono Cristo durante la sua via del dolore verso il calvario. La terza strofa invece è caratterizzata da un contrappunto dove la melodia principale viene cantata dal solista mentre il coro orna quest’ultima strofa quasi  a voler rappresentare una folla che pian piano riempie questa via della Gioia tanto cercata e sperata.

a cura di Davide Orofino