Teodora Fracasso nasceva tra le mura del borgo antico di Bari in un periodo storico non facile – gli inizi del ‘900 – “in una rigida stagione” come lei stessa scrisse, piantata dal “celeste giardiniere” come un “fiorellino” che ha saputo diffondere con abbondanza tra i sapori dell’umanità della sua gente il profumo dell’amore divino.
La sua vita è tutta dentro un frammento, “in un silenzio d’ogni cosa creata”, eppure in quel frammento c’è tutta la bellezza, la tenerezza, lo stupore di una esistenza.
Un’esistenza attenta alle persone, alle cose, al creato…trasfigurata sin dalla sua giovane età dall’incontro con il Cristo, suo “dolce Sposo”, al quale consacra tutta la sua vita entrando nel monastero di san Giuseppe delle Carmelitane Scalze della sua città.
Suor Elia di san Clemente…Una vita immersa in Dio…in ascolto della Sua Voce, come mormorio di un profondo Silenzio…nascosta nella sua sublime ed eterna Misericordia…come “gocciolina nell’infinito oceano”…
“Ho sete di silenzio, di pace, di preghiera; ho sete di oblio, di patire e di ardentemente amare; volo al Carmelo per dissetare questa ardente sete che mi divora”.
Una donna affascinata dalla bellezza del creato, delle creature, del mare…le cui onde, nel suo cuore, univano la terra al Cielo in un straordinario abbandono all’unico desiderio:“fiorire là dove Dio ci ha seminati” con la sola certezza che “dentro di me è il cielo, in me la vita, io possiede l’Amore”.
Il 18 marzo 2006, durante una solenne celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, Sua Eminenza il Cardinale José Saraiva Martins, allora Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, dava lettura della Lettera Apostolica con la quale il Santo Padre Benedetto XVI iscriveva nel numero dei Beati Suor Elia di San Clemente, vergine dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, prima Beata della città di Bari.