“A CUORE APERTO…” MEDITANDO LA PAROLA – giovedì 25 marzo

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dalla lettera agli Ebrei          10,4-10

Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

dal salmo 39 (40)

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo». R.

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo». R.

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. R.

Non ho nascosto la tua giustizia
dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza
ho proclamato. R.

dal Vangelo secondo Luca                                               1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.


Meditando…

E il verbo si fece carne

La festa dell’annunciazione ci richiama il mistero dell’incarnazione e crea un ponte con questo tempo quaresimale e pasquale. Questo ci permette di tenere insieme i diversi momenti della vita di Cristo che noi celebriamo e che siamo chiamati a vivere nel tempo dell’anno liturgico. Il Verbo di Dio si è fatto carne nel grembo della vergine Maria perché noi siamo partecipi della sua natura divina. E cosa stiamo vivendo in questo cammino quaresimale se non incarnare nella nostra vita il mistero di amore e di misericordia di Dio? Il nostro grande rischio è quello di lasciare la Parola di Dio, il Verbo di Dio, come un fatto concettuale e solamente mentale. Quante parole sprechiamo sulla Parola. Ma la Parola ha come unico obiettivo quello di prendere carne. Diventare vita nella carne della storia. “Ecco io vengo per fare al tua volontà”. Lo ha detto Gesù entrando nel mondo…lo ha detto Maria rispondendo a Dio attraverso l’angelo…lo diciamo noi nella storia che ci interpella e ci svela il pensiero di Dio. Ma noi siamo in grado di realizzare tutto questo? E’ opera nostra? O dobbiamo semplicemente, anche se semplice non è, tenere fisso il cuore in quello che siamo e che viviamo, certi che lì il Signore verrà a trovarci per chiedere anche noi di essere collaboratori dell’opera di salvezza del Padre. Tutto questo non toglie la nostra incredulità, e il nostro turbamento. “Come è possibile?”. Eppure è possibile. Dio lo rende possibile. Saremo così noi quel grembo che accoglie la Parola e la partorisce giorno dopo giorno…fino a identificarci con quella Parola. E per fare questo occorre anche del buon coraggio ad abbandonarci e a non contare solo sulle nostre capacità. Ma … “non temere”! E allora avanti …con coraggio e fede!

a cura di don Maurizio Lieggi