“A CUORE APERTO…” MEDITANDO LA PAROLA – lunedì 22 marzo

leggi il testo di seguito o guarda la versione Spark Page

https://spark.adobe.com/page/jtFcQkjyBjpiN/


dal libro del profeta Daniele                         13,41c–62

In quei giorni, la moltitudine condannò Susanna a morte, Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce. 
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste parole?». Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli d’Israele? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei» Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell’anzianità». Daniele esclamò: «Separàteli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due».
 
Allontanato questi, fece venire l’altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire».
 
Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

dal salmo 22 (23)

Con te, Signore, non temo alcun male.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia. R.
 
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. R.
 
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R.
 
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R.

dal vangelo secondo Giovanni                                 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».


meditando…

“Nell’altare della tua misericordia”

Quanto è forte il bisogno di far prevalere il senso di giustizia e della legge. Ma a questi uomini ben poco importa il comandamento di Mosè! Unico loro scopo è quello di mettere in difficoltà Gesù, trovare occasioni e giustificazioni per condannarlo…passando sulla testa di quella donna. Gesù̀ riconosce il peccato della donna; ma verso di lei ha un atteggiamento non di condanna ma di “ri-creazione”, la rigenera a vita nuova facendola passare nelle acque della Misericordia e dell’Amore che perdona. Solo questo Amore è capace di far cambiare vita! 

Quanto bisogno abbiamo di fare il bagno della misericordia di Dio! Solo questo ci può cambiare. A volte pensiamo che sia sufficiente il nostro impegno morale che ci impone un cambiamento. A volte ci aggrappiamo alla nostra forza di volontà. Ma finché non toccheremo con mano fin dove arriva la misericordia di Dio nei nostri confronti, a costo anche di tante lacrime versate, non sentiremo il bisogno di cambiare. Passare da “l’uomo vecchio” a “l’uomo nuovo” non è opera nostra, ma dono dall’alto che trapassa la nostra carne. 

Quante volte avremo fatto esperienza di rinascita? Quando ci siamo sentiti amati in maniera disinteressata, gratuita, totale. Quando ti senti indegno di tanto amore ricevuto!

E’ fondamentale confessare l’amore di Dio, riconoscerlo nelle nostre giornate; arrivare al termine del girono e domandarci: “dove oggi si è manifestata per me la misericordia di Dio?” Dobbiamo esercitarci nel confessare innanzitutto l’amore del Padre e solo dopo confessare il nostro peccato e le nostre mancanze, infedeltà, egoismi…

Facciamo nostre le parole di san Pedro d’Alcantara: “Non dico secondo la mia miseria,  ma, secondo la tua grande misericordia,  perché anche se la mia miseria è grande,  maggiore è la vostra misericordia.  Ti è tanto naturale avere misericordia  come al fuoco bruciare e al sole illuminare,  e cesserà prima il fuoco di bruciare  e il sole di illuminare  che Tu di avere misericordia.  Nell’altare della tua misericordia voglio rifugiarmi. Dunque, pietà di me, o Dio. Nel mare e nella sorgente della misericordia come può mancare una goccia di misericordia, che io chiedo?   Dunque, pietà di me, o Dio. Ti incarnasti per misericordia,  nascesti, vivesti, moristi per misericordia;  volesti perdere la vita prima che la misericordia;  e può mancarti per un povero come me, che con tanta necessità te la chiede?  Dunque, pietà di me, o Dio.

a cura di don Maurizio Lieggi