“A CUORE APERTO…” MEDITANDO LA PAROLA – sabato 13 marzo

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Dal libro del profeta Osèa             Os 6,1-6
 
«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia d’autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

Salmo 50 (51)

Tu gradisci, o Dio, gli umili di cuore.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
 
Tu non gradisci il sacrificio:
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
 
Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocàusto e l’intera oblazione. R.

Dal Vangelo secondo Luca              Lc 18,9-14
 
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».


MEDITANDO…

“Affrettiamoci a conoscere il Signore”

Luca ci dice perché Gesù racconta questa parabola: per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri. Colpisce come il fariseo, quasi con orgoglio, si presenta davanti a Dio con questo atteggiamento presuntuoso. Ma tornerà̀ a casa non giustificato, non ascoltato, non accolto. Mettendo le distanze dagli altri, si allontana anche da Dio. Crede in questo modo di bastare a se stesso. Siamo chiamati a fare nostro invece l’atteggiamento del pubblicano: davanti a Dio non possiamo far altro che batterci il petto, riconoscere il nostro limite, e solo questo ci permetterà̀ di essere più attenti agli altri; capaci di vivere “con” gli altri piuttosto che “sopra” gli altri. Ritorna quindi il “comando” all’ascolto. Chi ha la presunzione di essere arrivato si convince di non aver più bisogno di niente e nessuno. Si chiude a qualsiasi tipo di ascolto. Capiamo sempre di più perché la capacità di ascolto vero ci rende saggi. Capiamo chi siamo realmente: limitati, fragili.

“Affrettiamoci a conoscere il Signore”: è la risposta più saggia che possiamo dare. Sappiamo che lui ci rialzerà. Perché la preoccupazione nostra non può essere quella di non  cadere ma di saperci rialzare sorretti dalla forza che ci viene dall’alto. Nelle parole del profeta Osea già pregustiamo l’evento del terzo giorno: la rinascita, la vita. Ecco perché papa Francesco ci invita a sperare con Lui e grazie a Lui:  “vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore”.

Buon cammino…a cuore aperto!

a cura di don Maurizio Lieggi