Il centro dell’Anno liturgico è il Triduo pasquale e non la Settimana Santa. Il Triduo si inaugura con la Messa vespertina del Giovedì; è chiamato anche il “triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto”.
Le celebrazioni di questa settimana non possono essere improvvisate o preparate qualche ora prima, ma occorre tempo per preparare per bene tutti i vari riti. La comunità cristiana ha il diritto e il dovere di celebrare degnamente e autenticamente questi giorni santi.
Occorre mettere in campo e far funzionare tutti i vari ministeri necessari per una autentica celebrazione: lettori, cantori, disposizione degli spazi, luci, prove di canto, animatori, sussidi.
Avere le idee chiare su ciò che è prioritario nelle celebrazioni e quindi mettere in risalto gli elementi principali.
Le celebrazioni del Triduo pasquale hanno un carattere comunitario ed ecclesiale, pertanto è proibito celebrare messe senza popolo.
Il modello per una buona celebrazione è offerto dal Messale e dal Lezionario. Ci può aiutare anche la lettera della Congregazione per il Culto Divino del 1988 “Paschale Solemnitatis” in cui è descritto per ogni giorno cosa occorre fare e preparare per celebrare con arte e con fede questi santi giorni. (la si può scaricare da internet).
Un’altra questione fondamentale: durante la Settimana Santa vanno esclusi i canti di supplenza; i canti alternativi devono essere brani simili nel loro contenuto e adatti alle celebrazioni. Non è possibile cantare delle canzonette o canti ad omnia, si avrebbe un impoverimento e verrebbe compromessa l’identità delle celebrazioni liturgiche. Quindi scegliere canti propri per ogni momento della celebrazione in modo da favorire la preghiera e la verità del rito.
Domenica delle Palme.
Sono due i riti, la processione e la proclamazione della Passione.
Il Messale indica i canti della processione: il Salmo 23 e il Salmo 46 con l’antifona “Le folle degli Ebrei…”. È importante cantare questi Salmi che acclamano l’entrata di Cristo a Gerusalemme. La Lettera circolare al N. 42 ripete che “ha una importanza particolare nelle celebrazioni della Settimana Santa, e specialmente durante il triduo pasquale, il canto del popolo, dei ministri e del sacerdote celebrante… perché i testi acquistano tutta la loro forza proprio quando sono cantati”.
L’altro elemento di questa domenica è la lettura della Passione. Si può ricorrere a varie possibilità
- una lettura divisa in tre o quattro blocchi affidati ad altrettanti lettori
- intercalare fra i vari blocchi una acclamazione cantata dai fedeli
- una proclamazione in dialogo fra diversi personaggi: lettore, sinagoga, Gesù.
- non va esclusa la lettura cantata del Passio. Anche la melodia tradizionale latina su testo italiano, ho notato che svolge un buon servizio. Una voce di tenore canta il racconto, Gesù è interpretato da una voce di basso e la turba viene cantata dalla schola. Certo la durata si prolunga, ma in compenso si ottiene una cantillazione del testo, forte e significativa. Naturalmente le voci dei solisti devono essere preparate e adeguate.
Giovedì Santo: Messa Crismale
Ci sono due aspetti di grande valore pedagogico per la comunità cristiana:
la benedizione del Crisma e degli Oli e l’unione ecclesiale di tutta la comunità diocesana intorno al vescovo.
Anche durante questa celebrazione, vanno eseguiti dei canti adatti: O Redemptor ed un altro canto ormai diffuso, Olio di letizia.
Messa vespertina
Il canto e la processione d’ingresso con l’antifona propria In te la nostra gloria (RN 115).
Va cantato il Gloria; l’Ubi caritas durante la lavanda dei piedi. Durante la processione e la reposizione dell’Eucarestia un canto eucaristico.
Venerdì nella Passione del Signore
Ingresso in silenzio: nel modo più assoluto è vietato qualsiasi canto o altra musica; questo silenzio è il modo più degno e forte di iniziare la celebrazione.
I canti propri dell’adorazione sono Ecce lignum Crucis, gli Improperi e il Vexilla Regis.
Durante l’adorazione della Croce si possono anche leggere dei brani di autori o poeti, naturalmente che hanno attinenza con la Croce. Anche gli Improperi (Palestrina) se non si riesce a cantarli, è bene proclamarli.
Sabato: Veglia Pasquale
Cantare Lumen Christi. Cantare l’Exsultet. Sarebbe fuori posto ed una vera caduta di stile recitare questo canto pasquale. Può essere cantato anche da un cantore, sia uomo che donna; è importante che venga eseguito da una voce bella ed espressiva che metta in risalto tutta la liricità di questo testo antico e poetico.
Durante la liturgia della Parola è bene eseguire i salmi responsoriali in canto, ritornello e versetti senza sostituirli con altri canti.
Cantare il Gloria e non recitarlo almeno in questa Veglia, diventa un obbligo.
Importante l’Alleluia pasquale da cantarsi per tre volte innalzando il tono ogni volta.
La liturgia battesimale prevede il canto delle Litanie dei Santi e un canto sull’acqua.
Gli strumenti durante il Triduo.
Per l’uso degli strumenti musicali durante il Triduo, occorre essere molto chiari. È opportuno che anche il suono degli strumenti faccia un po’ di digiuno quaresimale per poter poi suonare l’Alleluia dei risorti. Quando lo strumento viene suonato con attenzione ministeriale, non bisogna aver paura di farlo tacere perché esprima meglio la propria funzione.
Pertanto dopo il Gloria della Messa in Coena Domini l’uso degli strumenti si interrompe e si riprende nella Veglia pasquale. Comprendo che senza accompagnamento riesce difficile cantare, specie per assemblee poco preparate; perciò in deroga al principio sopra esposto si può accompagnare con moderazione soltanto il canto dell’assemblea e del coro.
Ma mi preme ancora sottolineare, che il canto a cappella produce un significato liturgico più vero e profondo; fornisce un sound particolare che è bene realizzare almeno in determinati momenti. Diventa molto espressiva la celebrazione del Venerdì Santo se il canto dell’assemblea e del coro si esprime in tutta la sua valenza corale, privo di qualsiasi sostegno strumentale. Si sottolinea meglio il mistero del silenzio e dell’attesa in vista della Pasqua.
Si può di nuovo suonare al momento dell’Exsultet durante la Veglia; o se fosse necessario, durante il canto dei salmi dopo le singole letture, ma con un accompagnamento discreto e piano. Con il Gloria l’organo e i vari eventuali strumenti, riprendono la loro funzione di strumenti a servizio del rito, del canto e dell’assemblea.
Per essere ancora più chiaro ed esplicito, è assolutamente vietato durante il Venerdì Santo l’uso di altri strumenti percussivi che suonerebbero stonati e fuori luogo.
Auguro a tutti una buona Settimana Santa, vissuta con fede e impegno.
Don Antonio Parisi