Perchè forte come la morte è l'amore

«Venti, sessanta, cento anni... la vita. A che serve se sbagliamo direzione? Ciò che importa è incontrare Cristo, vivere come lui, annunciare il suo Amore che salva. Portare speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio posto, anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo».
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Concerto Meditazione

In occasione della visita di Papa Francesco nel XXV anniversario del martirio del Beato padre Giuseppe Puglisi, la Fondazione Frammenti di Luce realizza Domenica 16 Settembre 2018 alle ore 21.00 sul Sagrato della Cattedrale di Palermo il Concerto Meditazione
Perché forte come la morte è l’Amore... Padre Pino Puglisi
per soli, coro, orchestra, coreografie, immagini e voci recitanti.

Maggiori Informazioni
Solista: Suor Cristina Alfano.
Direttore: don Maurizio Lieggi.
Testi di Alessandro D’Avenia.

A cura del Centro Diocesano “Beato Giuseppe Puglisi”.

La Parola, i Testi tratti dal libro di Alessandro D’Avenia “Ciò che inferno non è”, le testimonianze, il canto, la musica, le immagini, la danza ripercorrono la vita, le parole, i gesti di don Pino Puglisi.
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Locandina

don Pino Puglisi

don Pino Puglisi Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio, cortile Faraone numero 8, il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio, Carmelo, e di una sarta, Giuseppa Fana, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.

Sin dai primi anni di sacerdozio segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città. Segue con attenzione i lavori del Concilio Vaticano II e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli, con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell’ecumenismo e delle chiese locali. Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l’annunzio di Gesu’ Cristo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana.

Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro “Padre Nostro”, che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.

Don Pino propone a Brancaccio un modello di prete che i boss non riconoscono, mentre si sono sempre mostrati pronti ad accettare e “rispettare” un sacerdote che sta in sacrestia, tutto casa e chiesa, promotore di processioni – magari al fianco dello “Zio Totò” di turno -, che “campa e fa campari”.

Padre Puglisi sceglie invece di uscire dalla sacrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Desidera in quanto parroco, la liberazione e la promozione del suo popolo.

La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Questa sua attività pastorale - come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie - ha costituito il movente dell'omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati. “Non dobbiamo tacere“, diceva don Pino ai parrocchiani più timorosi nei giorni delle minacce, degli attentati che preludevano l’agguato. E aggiungeva, citando San Paolo, “si Deus nobiscum, quis contra nos?” (se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?).
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